Il Sistema Metabolico Bruni (BMS) è il risultato di oltre 10 anni di studi in nutrizione funzionale, nutrigenetica e cronobiologia.
L'incontro e la sintesi di questi tre importanti settori della nutrizione e della biologia, si fondono in BMS, in maniera estremamente efficace e pratica.
BMS vede la luce nel 2018 grazie alla stretta collaborazione tra il Dott. Bruni, nutrizionista ed il Dott. Renzi, esperto informatico.
Ho già trattato dell’alterata sensibilità al nichel qui.
Torno sull’argomento in quanto problematica diffusa per la quale è opportuno un approccio ampio che abbracci la visione su base genetica.
Tanti studi clinici hanno messo in relazione determinate mutazioni genetiche con l’alterata sensibilità al nichel eppure manca un approccio più approfondito sui meccanismi di questa alterata sensibilità.
Dobbiamo dire che di solito il paziente che si rivolge al medico curante, al dermatologo o all’allergologo in presenza di una reattività dermatologica, presenta anche altre intolleranze o allergie. In effetti i geni indagati per il nichel non sono indicatori esclusivi dell’alterata sensibilità al nichel stesso ma caratterizzano la persona per una alterata sensibilità del sistema immunitario verso determinati processi.
A fronte di un quadro genetico che evidenzia questa alterazione il nutrizionista deve quindi valutare altre sensibilità e tener conto delle abitudini alimentari storiche della persona, che magari negli anni hanno sollecitato troppo un sistema che non era in grado di reggere un certo carico di allergeni.
Il disturbo infatti viene solitamente in evidenza quando, all’alterazione dei geni, si sommano fattori infiammatori, uno stress ossidativo elevato, uno squilibrio tra gli acidi grassi omega 3 e omega 6 (che giocano un ruolo fondamentale nella formazione delle membrane cellulari e il cui equilibrio è essenziale per la prevenzione di malattie cronico-degenerative, malattie cardiovascolari, malattie metaboliche).
Quando l’allergia al nichel arriva a manifestarsi, non solo a livello dermatologico ma sistemico, è perché insomma il sistema immunitario è sottoposto a un carico tossinico troppo alto. Di contro questo significa che un’alterata sensibilità genetica può (e deve) essere gestita perché la sua espressione non diventi importante non solo nelle sue tipicità cutanee ma anche a carico dell’intero organismo.
Le preziosissime informazioni del test genetico consentono al BMS (Sistema Metabolico Bruni) di orientare in maniera incisiva l’azione sul piano nutrizionale in maniera da ridurre gli effetti negativi delle mutazioni genetiche, potenziare la capacità di metabolizzazione ed eliminazione del nichel e ridurre in modo decisivo lo stress ossidativo, vero nemico silenzioso.
È necessario rispondere con adeguate scelte nutrizionali e con altissimi dosaggi di vitamina C, omega 3, estratto di cappero, quercetina, carnosina, acetilcisteina, astaxantina, probiotici e aminoacidi essenziali non in funzione anti-nichel ma per creare un terreno ideale a far lavorare l’organismo in maniera opposta ai geni alterati.
Scrivi commento (0 Commenti)
Quante volte hai desiderato perdere peso e hai creduto di non farcela?
La relazione con la bilancia può essere molto complicata e tradursi in una vera e propria lotta quotidiana. Faticosa, fisicamente e psicologicamente. E tante volte improduttiva.
Spesso il risultato non si raggiunge perché si sbaglia il percorso. Fare la guerra al cibo non è efficace, è avvilente e anche ingiusto. Ecco che frequentemente i buoni propositi sono sopraffatti…dall’appetito e dal senso di prostrazione e di tristezza che trasmette la tavola della dieta.
A rincarare la dose del disagio intervengono la rabbia o la vergogna per il fallimento, il frastuono dei luoghi comuni fuorvianti, l’insoddisfazione per l’immagine riflessa nello specchio. In realtà si insegue sovente un’idea, quella del peso ideale, come se ci fosse un traguardo fine a se stesso da raggiungere per aderire a un parametro di “bellezza”: è il modello di “magrezza” dell’immaginario collettivo che talvolta fa più danni che utili.
Scientificamente dobbiamo sostenere invece un PESO OTTIMALE che non è standard ma individuale, che è dato da un corretto rapporto tra massa grassa e massa muscolare e che è CONSEGUENTE A UN’ALIMENTAZIONE ADEGUATA E A UN BUONO STATO DI SALUTE.
Quante volte hai invidiato Tizio che mangia pasta e non mette su chili?
Quante volte hai mangiato l’insalata senza condirla con l’olio d’oliva temendo che quel cucchiaio di grasso attentasse alla tua linea?
Forse è urgente e opportuno comprendere che siamo davvero tutti diversi, che puoi sapere quali alimenti aiutano o rallentano o danneggiano il tuo metabolismo, quali caratteristiche genetiche influiscono sulla tua obesità, quanto è efficiente il tuo sistema gastro-intestinale. E forse è altrettanto urgente e opportuno smetterla di pensare a quanto mangi e concentrarti invece su
cosa, come, quando mangi.
Troppe volte, parlando di abitudini alimentari che favoriscono il sovrappeso, sei solito fermarti ai classici tormentoni dei carboidrati, dei grassi, degli zuccheri.
Niente di ciò che è frutto di una generalizzazione può dirsi scientificamente solido e indiscutibile. Nessun organismo è uguale a un altro, ogni età e ogni condizione clinica ha fabbisogni differenti. E in sintesi l’obiettivo
Cosa significa esattamente? Significa che perseguendo la Salute incontriamo il peso ottimale! Non solo. Significa anche che la nutrizione diventa un piacere. Senza bilance per pesare ogni ingrediente, senza l’ossessione delle calorie.
Su tutto questo e molto altro ho scritto un libro, “Sistema Metabolico Bruni. Non più a Dieta ma in Salute”, che uscirà a settembre 2020. Credo possa essere un’interessante lettura!
Scrivi commento (0 Commenti)Soprattutto in prossimità dell’estate è facile che i nutrizionisti siano valutati…un tot al chilo!
Sono considerati tanto più bravi quanti più chili fanno perdere e, naturalmente, in breve tempo. La “bravura” è misurata sulla bilancia, insomma.
Ma il nutrizionista deve sempre e soltanto assecondare le richieste del paziente?
Deve optare per scelte anche drastiche pur di esaudire
il desiderio di un rapido calo di peso?
In verità dovremmo stabilire correttamente il suo ruolo e interrogarci su una dinamica piuttosto perversa che non è affatto detto che centri l’obiettivo in maniera adeguata e sostenibile.
Bisogna capire quanto (e se) certe tecniche drammatiche rispondono a principi scientifici, danno benefici apprezzabili e almeno non procurano danni alla persona. Diete con sondino, diete iperproteiche spinte, diete chetogeniche in soggetti che non possono sostenerle, diete basate sulla somministrazione di pasti preconfezionati in varie forme e formule, sono state la prepotente tendenza degli ultimi anni. Forse miravano a rispondere a quella pressante richiesta di “perdita di peso” urgente e quasi fine a se stessa. Ma è questo il parametro di riferimento del nutrizionista?
In realtà i nutrizionisti sono bravi se intercettano i fabbisogni, se comprendono i dettagli del metabolismo, le caratteristiche e le criticità del modus operandi alimentare della persona e lo riportano su binari corretti e adeguati.
Cosa faccio in BMS (Sistema Metabolico Bruni)?
Decodifico i dati del test genetico per rendere utili e pragmatiche le sue informazioni. Mi affido a un’anamnesi approfondita per personalizzare al massimo l’approccio nutrizionale. Applico il grande patrimonio della nutrizione funzionale e sfrutto il potenziale delle combinazioni alimentari per far esprimere il potere terapeutico degli alimenti. Tengo conto delle importanti lezioni della cronobiologia.
Tutto questo perché l’obiettivo non può mai essere soltanto perdere peso, l’autentico traguardo è sempre il MIGLIOR STATO DI SALUTE POSSIBILE.
Il valore del buon nutrizionista in effetti è la capacità di trasmettere un’educazione alimentare che accompagni la persona per tutta la vita, per il suo benessere e non per scopi limitati e contingenti.
Siamo dunque bravi se riusciamo:
- a stabilire un rapporto muscolo-grasso adeguato
- a garantire una efficiente funzionalità intestinale
- a ripristinare un buon microbiota
- a ristabilire una serie di parametri ematici alterati (come il colesterolo, i trigliceridi, la glicemia, ecc.)
- a ottenere una buona qualità del sonno.
Il dimagrimento è appunto una conseguenza, uno degli effetti, una delle evidenze. Mai l’unico fine cui tendere. Alla fine il peso ottimale è esattamente quello della salute conseguito con un’alimentazione bilanciata mirata.
Sostanzialmente la considerazione del nutrizionista…un tot al chilo è forzata, fuorviante, scientificamente poco tollerabile. Poco tollerabile proprio come l’idea di “mettersi a dieta” per perseguire unicamente una perdita di chili a qualsiasi costo e condizione!
Ecco che NON PIU’ A DIETA MA IN SALUTE, lungi dall’essere uno slogan, si afferma come un criterio fondamentale non solo per mettersi a tavola ma anche per identificare il vero compito del nutrizionista.
Scrivi commento (0 Commenti)


