Il Sistema Metabolico Bruni (BMS) è il risultato di oltre 10 anni di studi in nutrizione funzionale, nutrigenetica e cronobiologia.
L'incontro e la sintesi di questi tre importanti settori della nutrizione e della biologia, si fondono in BMS, in maniera estremamente efficace e pratica.
BMS vede la luce nel 2018 grazie alla stretta collaborazione tra il Dott. Bruni, nutrizionista ed il Dott. Renzi, esperto informatico.
Cosa significa riduzione della finestra alimentare e quali sono i suoi benefici?
Per comprenderlo bene dobbiamo innanzi tutto richiamare quanto abbiamo visto nel post sulle sequenze alimentari in quanto nei percorsi alimentari lavorano una serie di logiche sottili che ne costituiscono la base scientifica e che determinano la loro efficacia. Tra queste si inserisce talvolta anche la riduzione della finestra alimentare.
Praticamente consiste nella concentrazione dell’apporto dei nutrienti giornalieri in un lasso di tempo ben determinato (dalle 11 fino a scendere alle 6 ore), preferibilmente nell’arco della prima parte della giornata. Questo vuol dire che la persona assumerà i suoi pasti entro quelle ore e non consumerà altro nelle restanti.
È sempre preferibile concentrare la finestra durante il giorno per diversi motivi legati alla cronobiologia. Ricordiamo infatti che i meccanismi di riparazione avvengono prevalentemente nelle ore notturne quando l’organismo si approccia al riposo e si appresta al ripristino delle sue funzioni lontano da agenti esterni quali lo stress, l’attività fisica, le emozioni, l’alimentazione stessa.
Con la riduzione della finestra alimentare andiamo quindi a massimizzare la detossificazione. Ma non è l’unico effetto. Nello stesso tempo miglioriamo la gestione dell’appetito con un miglioramento della risposta insulinemica e dell’andamento glicemico.
Sembra difficile ma in realtà la persona non subisce un impatto faticoso perché si abitua alla riduzione gradualmente: al principio alimentandosi in una finestra di 11 ore e poi restringendola progressivamente a 10, 8, 6, in base alla situazione complessiva e alle necessità naturalmente. Acquisita dimestichezza con la tecnica, è facile che sia la persona stessa di tanto in tanto a praticarla. E questo appunto perché ne avverte grande benefici. Il miglioramento della capacità di bruciare i grassi e l’ottimizzazione del profilo glicemico si rivelano sostanzialmente acceleratori dei risultati del percorso e della stessa adesione allo stesso da parte soprattutto di obesi e persone in sovrappeso per i quali il percorso alimentare può risultare particolarmente impegnativo.
La riduzione della finestra alimentare ha moltissime positive applicazioni accreditate dalla scienza degli ultimi anni e ciò deriva proprio dai risultati clinicamente molto interessanti e dal fatto che si concretizza presto in qualcosa che la persona impara a gestire autonomamente.
Nel contesto del BMS la conoscenza delle proprietà dei nutrienti e la loro scelta consapevole, le combinazioni, le sequenze alimentari e la riduzione della finestra alimentare, rispondono alle esigenze specifiche della persona e tutte insieme si potenziano per sviluppare un percorso alimentare mirato e adeguato che, con qualche “trucchetto scientifico”, sostenga e faciliti anche la relazione della persona con la sua nutrizione ideale.
Scrivi commento (0 Commenti)Ho spesso scritto qui sul blog di test genetico e di nutrigenetica, fonti rilevanti per il BMS (Sistema Metabolico Bruni), ma è opportuno e interessante chiarire quali sono le loro potenzialità a livello generale e più ampio di quello al servizio del nutrizionista. Una potenzialità e una funzione che potrebbe tradursi in un vero e proprio investimento sulla salute.
Oggi la nutrigenetica è una branca affermata e consolidata della medicina, e in particolare della genetica, largamente utilizzata in ambito clinico anche se in Italia è piuttosto sottovalutata perché non si è ancora concettualmente diffusa la sistematica sinergia efficace e potente tra le varie discipline scientifiche e quindi tra nutrizionisti e medici.
In realtà il nutrizionista che si affida al test genetico si trova ad avere una mole importantissima di informazioni che esulano dalle sue sfere di competenza e di cui potrebbero invece largamente giovarsi specialisti di altre discipline.
Facciamo l’esempio di una persona il cui organismo è sottoposto a uno stress ossidativo importante: in questo caso determinate patologie croniche risultano fortemente condizionate e accelerate nei loro processi degenerativi e, visto che i dati del test permettono di individuare quali sono i meccanismi molecolari alla base di una produzione eccessiva di radicali liberi e di una difficoltà del sistema immunitario a rispondere correttamente, oltre al nutrizionista molti altri specialisti potrebbero, con i loro strumenti farmacologici o non farmacologici, adottare per il paziente le adeguate misure preventive per correggere esattamente quei meccanismi metabolici.
Altra considerazione esemplificativa può essere quella riguardante i casi di dislipidemie particolari: anche in queste ipotesi la nutrigenetica si trova a poter avere un bacino enorme di informazioni per gestire al meglio il metabolismo lipidico implicato nell’insorgenza di malattie cardiovascolari e a carico del sistema venoso. Ecco che gli specialisti di queste branche della medicina potrebbero avvalersi dello stesso patrimonio.
Del resto oggi farmacogenomica e nutrigenomica dovrebbero essere scienze che camminano in parallelo. Alcuni parametri genetici implicati nel metabolismo di sostanze naturali come la caffeina riguardano le stesse vie metaboliche deputate alla metabolizzazione di determinati farmaci. L’enzima ACE, gene che controlla il sistema renina angiotensina (meccanismo ormonale che regola la pressione sanguigna), è il bersaglio di alcuni farmaci chiamati ACE-inibitori e, appunto, la metabolizzazione di questi farmaci può variare in relazione ai differenti parametri genetici.
La riflessione più straordinaria che possiamo fare è poi quella sui test genetici effettuati nelle prime fasce d’età perché quanto prima riusciamo ad intercettare le variabili metaboliche di un bambino tanto più abbiamo tempo per intervenire in maniera precisa e mirata. Cosa significa questo esattamente? Immaginiamo semplicemente il caso di un’intolleranza al lattosio: il tempismo di una diagnosi eviterebbe una serie di sofferenze, di problematiche patologiche, di conseguenze a cascata sull’organismo innescate dall’infiammazione trascurata per anni e in definitiva un risparmio complessivo sull’intero sistema sanitario.
Proprio l’interconnessione di molti dati forniti dal DNA ci farebbe senz’altro individuare la probabilità di insorgenza di molti stati di malattia e quindi ci orienterebbe a una prevenzione adeguata.
In questo periodo si parla di una caratteristica rilevata nei pazienti Covid: la concomitanza di fattori pro-infiammatori (che peggiorano la risposta del sistema immunitario di fronte all’agente virale) e valori bassi di vitamina D.
Questi come moltissimi altri aspetti potrebbero essere indagati e conosciuti prima, favorendo quindi tanto l’approccio preventivo che quello terapeutico.
Scrivi commento (0 Commenti)Le sequenze alimentari sono uno degli aspetti fondamentali nell’elaborazione di un percorso alimentare personalizzato.
La ciclicità studiata con la quale vengono proposti gli alimenti amplifica infatti il potere terapeutico dei nutrienti e della loro combinazione. Ecco dunque che la successione dei pasti proposti dal BMS (Sistema Metabolico Bruni) nell’arco della settimana e del mese è sempre determinata sulla base:
- delle caratteristiche specifiche del paziente
- della funzionalità degli alimenti
- degli obiettivi che si vogliono perseguire
Se poi, attraverso il test genetico, conosciamo la sensibilità individuale verso i carboidrati e verso i grassi, calibriamo le sequenze alimentari nel Tempo X (attualità) tenendo ben presente l’individualità del tempo 0 (momento della nascita).
Ecco che l’elaborazione del percorso nutrizionale BMS sfrutta le sequenze alimentari che spingono il metabolismo della persona in una determinata direzione-scopo, ad esempio:
-ridurre il carico glicemico e nello stesso momento favorire il drenaggio renale
-garantire a un atleta energia sufficiente per il suo sforzo muscolare
-fornire adeguato apporto proteico in certe condizioni critiche come una situazione di forte debilitazione.
Io parlo di gioco delle sequenze alimentari perché le conoscenze scientifiche ci permettono davvero di muoverci sulla scacchiera con mosse precise e sostanzialmente semplici che, una volta acquisita consapevole confidenza con il BMS, diventano facili da gestire anche per il paziente.
Prendiamo il caso di una donna in età fertile con un ciclo mestruale ipoteticamente perfetto di 28 giorni. Questa donna nelle diverse settimane (fase pre-ovulatoria, fase ovulatoria, fase progestinica, fase mestruale) è sottoposta a oscillazioni ormonali alle quali -con le sequenze alimentari- possiamo far combaciare un adeguato e corretto apporto di determinati nutrienti al fine di migliorare la performance ormonale.
L’intervento nutrizionale agisce quindi in maniera cronobiologica sull’andamento ormonale. Ad esempio nella settimana di flusso ematico magari abbondante sarà opportuno inserire proteine animali (che apportano ferro altamente assorbibile) in quantità maggiore a quella prevista per la settimana premestruale.
Altrettanto intuitivo è il caso di chi soffre di insonnia o ha una pessima qualità del sonno. Essendo estremamente importante per il BMS andare a ripristinare un buon rapporto nel ciclo sonno/veglia, le sequenze alimentari saranno studiate per ottenere uno stimolo metabolico importante durante il giorno e una sedazione con pasti soporiferi serali per agevolare il superamento del problema.
In sintesi in BMS è essenziale cosa prevediamo nei differenti pasti, come combiniamo gli alimenti in ogni pasto e quali appropriate sequenze alimentari seguire.
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