Il Sistema Metabolico Bruni (BMS) è il risultato di oltre 10 anni di studi in nutrizione funzionale, nutrigenetica e cronobiologia.
L'incontro e la sintesi di questi tre importanti settori della nutrizione e della biologia, si fondono in BMS, in maniera estremamente efficace e pratica.
BMS vede la luce nel 2018 grazie alla stretta collaborazione tra il Dott. Bruni, nutrizionista ed il Dott. Renzi, esperto informatico.
La fretta è cugina della superficialità, quando viaggiano insieme, solitamente procurano danni…in ambito nutrizionale questo non fa eccezione.
Siamo in grado di scambiare informazioni a velocità fulminea, a tal punto dall’aver sdoganato consuetudini che appena 15 anni fa sarebbero state additate come preoccupanti da un punto di vista psicopatologico.
La frenesia della condivisione porta a fenomeni pericolosamente distorti: istanti del quotidiano vengono naturalmente condivisi con persone sconosciute, questo agire produce un sottile livello di piacere che autoalimenta la necessità di dover andare sempre oltre, per rigenerare quella gratificazione viscerale che le persone assaporano quando sono consapevoli che il mondo per un attimo si accorge di loro.
Un meccanismo affascinante, quanto contorto e perverso, in grado di abbattere le barriere dell’intimità umana, fino a rendere di dominio pubblico il proprio quotidiano.
Un quotidiano che spesso non esiste così come lo si mostra, ma che viene costruito ad arte per quel mondo che osserva e si nutre di loro.
Quando l’intimo diventa pubblico, l’intimo naturalmente dissolve in esso e quindi, NON ESISTE PIU’.
Ed è in questo momento che affidandosi a quel falso Se, le persone cercano la soluzione a problemi semplici o complessi, nell’illusoria speranza che il qualunquismo partorisca soluzioni serie, efficaci e concrete.
Una distorsione totale del buon senso, un paradosso pericoloso, drammatico, ma comprensibile e purtroppo sempre più attuale.
In ambito nutrizionale tutto ciò è diventato consuetudine: è normale leggere post lanciati come dardi nella giungla della rete, nei quali si cerca il rimedio al proprio “male”. Un fenomeno raccapricciante e triste, sdoganato dalla semplificazione che poi in soldoni porta al qualunquismo in ogni ambito professionale.
Affidare la propria salute alla rete come fosse un gioco, con la stessa semplicità con cui affidiamo ad essa i nostri più intimi sentimenti.
Ad una domanda superficiale deve per forza di cose tornare indietro una risposta superficiale, data da Quel Qualunque che nessuno mai avrebbe interrogato e che di conseguenza non sarebbe mai esistito. Tutti diventano attori di una salute gettata in pasto ai leoni: interroganti ed interrogati possono per un attimo vestire i panni della competenza, quella competenza che in realtà non esiste, come non esiste più il proprio Se.
Questo modus operandi distrugge la visione seria e profonda di una scienza della nutrizione che per agire in maniera attenta ed efficace, sulla salute umana, richiede studio, cura, attenzione, analisi dei dati e ascolto attento della persona.
Nel BMS l’uomo viene rimesso al centro di un percorso di analisi, necessario quanto indispensabile per progettare un percorso nutrizionale cucito su misura attorno ad esso.
Nel libro “Non più a Dieta ma in Salute” il processo di analisi attorno alla persona viene spiegato nei minimi dettagli, perché per fare scelte nutrizionali consapevoli bisogna conoscere l’unicità della persona.
La Nutrigenetica è una pietra angolare nel processo di analisi del BMS perché con i suoi dati precisi ed inequivocabili permette di studiare con attenzione il funzionamento di determinate vie metaboliche. La Nutrigenetica deve essere per forza di cose affiancata da una minuziosa analisi della storia clinica individuale, con l’obiettivo di indagare quelle criticità della vita in cui particolari manifestazioni organiche si sono manifestate.
In questo percorso di analisi il sintomo, la malattia, una precisa condizione psicologica assumono tutt’altra forma, così che nel BMS si possa produrre un’azione globale di rigenerazione attorno alla persona.
Va da sé che il rimedio cercato nella “rete” diventa seriamente pericoloso, in primo luogo perché sdogana candidamente l’incompetenza ed il qualunquismo, ma ancor di più perché ci si pone alla mercé di chi senza scrupoli, specula sulle debolezze altrui.
Scrivi commento (0 Commenti)È molto semplice quantificare il cibo da consumare nell’arco della giornata, Excel ed una buona stampante, rendono il lavoro molto snello e veloce. Diete a frotte…
Calcoliamo con precisione il fabbisogno energetico della persona, riduciamo di un 15%-20% l’introito calorico giornaliero ed il gioco è fatto…in un tempo ben determinato il raggiungimento del peso forma è garantito.
Tutto semplice vero? Magari!!
Peccato che la realtà sia leggermente più complessa.
Senza banalizzare troppo, direi che non c’è bisogno di spendere fior di quattrini per un buon calcolo eseguito con Excel.
Evitare l’annichilimento nutrizionale è uno devi veri obiettivi che in BMS ci siamo prefissati.
L’annichilimento nutrizionale è il vero mostro da sconfiggere: raramente è percepito da chi ne è impregnato, diventa un ostacolo enorme al raggiungimento dell’obiettivo.
Le storie di chi ha subito numerose, troppe, diete pesate, hanno sempre la stessa trama: si parte dall’esigenza di voler sconfiggere un forte sovrappeso, ci si affida ad una conta asettica delle calorie, si spera che il gioco funzioni, passano le settimane, i buoni propositi, l’entusiasmo, tendono a svanire, si abbandona il percorso.
Cosa resta?
Tanto amaro in bocca, un senso di frustrazione, quasi di vergogna che con tutta probabilità compenseremo nuovamente con un confortante disordine alimentare.
Il tempo aiuterà ad elaborare questo lutto, ritrovare la motivazione e tentare l’ennesimo calcolo calorico
Ultimamente, lo confesso, non riesco più a trattenere il disappunto di fronte a queste storie, soffro nel percepire la tristezza di chi espone con sofferenza tale disagio, soffro nel pensare quanto siano stati inutili e distruttivi tali tentativi.
Quando, anche di fronte ad obesità importanti, sottolineo la necessità di un percorso nutrizionale NON PESATO, la tensione sul volto del paziente svanisce in un lampo, quasi sempre questa luce si accompagna ad un
Gli animi si distendono, la persona si predispone ad ACCOGLIERE tutte quelle sensazioni positive che deriveranno da un percorso che vorrà in primis portarlo alla riconciliazione con il cibo.
Quel cibo, prima relegato ad una asettica quanto triste sommatoria calorica, ora si rifà vita, torna a splendere di quell’energia generatrice di vita.
Gli alimenti hanno proprietà terapeutiche, principi attivi in grado di modulare le funzioni cellulari, così come le variazioni ormonali.
La danza giornaliera delle combinazioni alimentari tornerà ad essere sincronizzata con le loro funzioni biologiche: un ritmo armonico in grado di generare benessere e salute.
Ripartire dalle proprietà terapeutiche degli alimenti è un dogma in BMS: aiuta a smontare l’annichilimento indotto dalle diete pesate, permette di intervenire in maniera chirurgica sulle caratteristiche metaboliche dell’individuo.
L’errore grossolano di ignorare le cause vere, profonde del sovrappeso, diventa un proiettile scagliato nella mente: proporre tristi conte caloriche, rinforza il disagio di chi nel cibo, fino ad allora, ha trovato conforto.
Quantificare il cibo, vuol dire quantificare il sovrappeso corporeo, vuol dire quantificare il disagio e porre l’accento su di esso.
Dare al cibo valore terapeutico crea i presupposti per un’alleanza costruttiva, una alleanza vincente, proprio perché non quantificata.
Quando le combinazioni alimentari, proposte e studiate per la persona, moduleranno il senso di fame, favoriranno una corretta funzionalità intestinale, stimoleranno adeguatamente la detossificazione notturna, favoriranno un sonno ristoratore, sarà allora che si potrà intervenire sulle quantità adeguate dei singoli nutrienti.
Anche lì non andremo a pesare gli alimenti, ci regoleremo ad occhio, con la sicurezza di non poter sbagliare perché al singolo alimento avremo attribuito valore terapeutico, in grado di esplicare la sua funzione all’interno di combinazioni alimentari che saranno diventate “normale abitudine”
Nel libro “Non più a Dieta ma in Salute” si descrivono dettagliatamente i razionali ed i motivi di tali scelte.
Più di 10000 persone sono state approcciate con il metodo BMS, il loro entusiasmo ha permesso di portare all’attenzione del grande pubblico un metodo nato e sviluppato per loro.
Scrivi commento (0 Commenti)Nel libro “Non più a Dieta ma in Salute” ho dedicato un intero capitolo alla psoriasi poiché ritengo, per esperienza, che troppo spesso questa patologia sia erroneamente affrontata esclusivamente da un punto di vista dermatologico.
Ne libro c’è un piano alimentare specifico, estremamente dettagliato per chi è affetto da psoriasi: è stato un atto doveroso, con l’obiettivo di offrire una sintesi nutrizionale pratica ed efficace.
Una mole enorme di lavori scientifici illustra chiaramente la natura multifattoriale di questa patologia: predisposizione genetica, alto stress ossidativo, alterata permeabilità intestinale, fattori emotivi, giocano un ruolo cruciale nello sviluppo, nel decorso e nella risoluzione della stessa.
In quanto patologia autoimmune, possiamo immaginarla come un fenomeno autolesionistico innescato da una moltitudine di fattori stressogeni che il sistema immunitario non è più in grado di gestire. Le difese immunitarie a questo punto “impazziscono” ed iniziano a bersagliare un organo specifico del corpo: la pelle nel caso della psoriasi, le articolazioni nel caso dell’artrite psoriasica.
Il sistema immunitario si allena sin dalla nascita per proteggerci dagli agenti esterni, che siano essi, virus, batteri, cibo, emozioni, inquinamento. Dovremmo rispettarlo un po' di più ed invece la nostra civiltà “evoluta” inizia a pretendere troppo da esso.
Una igiene esagerata (non sto dicendo che non devi lavarti!), una ipernutrizione (non sto pensando che non devi mangiare!), un surmenage lavorativo (si forse dobbiamo lavorare di meno!) insieme a specifici e ben conosciuti fattori genetici, sono il mix ideale per far imbestialire il sistema immunitario.
E lui come ci ripaga per tutto questo? Semplice, bombarda una parte specifica del nostro organismo.
Se conosciamo i fattori scatenanti perché ci si ostina ad affrontare la psoriasi solo da un punto di vista dermatologico? Provo a darmi delle risposte…senza reticenza.
- Sovente, in ambito medico, psicologico e nutrizionale c’è poco dialogo tra gli specialisti coinvolti. La conseguenza è che il paziente si trova egli stesso (cosa assai pericolosa!) a dover fare sintesi pratica dei consigli e delle terapie che riceve.
- La società che stiamo creando pretende spesso il rimedio, immediato, sicuro e pratico: quindi non siamo quasi mai disposti a rimettere in discussione molti degli stili di vita che sono causa stessa di patologia.
- Siamo ancora troppo abituati a concepire il corpo umano come una macchina suddivisa in compartimenti stagni: se non ci scrolleremo questa visione miope, sarà dura combattere questa ed altre malattie autoimmuni.
- Sottovalutiamo pericolosamente il fenomeno dell’alterata permeabilità intestinale e dell’infiammazione intestinale: ignorarli vuol dire non curare la parte più importante del sistema immunitario.
- Lo stress nelle sue numerose sfaccettature è terribilmente ignorato in questi ambiti terapeutici: le sue conseguenze su un sistema immunitario di per sé già minato, sono terribili.
Per affrontare adeguatamente la psoriasi è necessario quindi, insieme alle terapie farmacologiche, modificare concretamente l’alimentazione, integrare con sostanze naturali in grado di ripristinare una efficiente barriera intestinale, ripristinare una flora batterica intestinale, lavorare sui fattori emotivi, conoscere i fattori genetici mutati per lavorare su di essi in maniera mirata.
Una visione olistica è indispensabile per demolire sistematicamente alla radice le cause della psoriasi.
Nel BMS andiamo sempre alla radice. Nel libro parlo diffusamente dei geni coinvolti: Il6, TNF, FTO, predisposizione alla celiachia, intolleranza al lattosio. Drammaticamente sottovalutata la genetica in ambito nutrizionale, essa è in grado di dare risposte esaustive sulle vere origini dell’infiammazione intestinale. Vuoi mettere identificare una alterata sensibilità al glutine a 40 anni o saperlo sin dalla nascita!?
Questo ambito è talmente vasto che richiede certamente ulteriori approfondimenti… …ci torneremo…
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