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Centro BMS L'Aquila e San Benedetto del Tronto

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Se vogliamo prenderci cura di un disagio psichico, sia che esso provochi sono una sofferenza intima personale sia che sfoci in un comportamento disfunzionale, dobbiamo sempre ricordarci cos’è un disagio psichico.

Un disagio psichico non è esclusivamente una tara genetica o una disfunzionalità fisiologica. In alcuni casi le basi genetiche o fisiologiche saranno elementi importanti di una difficoltà psicologica, ma, al contrario di quello che vorrebbe il modello biomedico, non saranno mai l’unico e principale fattore di genesi e mantenimento di un disturbo psichico (con o senza risvolti comportamentali).

Contemporaneamente, un disturbo psichico non sarà nemmeno mai nemmeno il frutto della mera educazione, per quanto distorta essa possa essere.

Un’educazione terribile impatta sempre in una sensibilità particolare, e qua si inizia a percepire quello che chiamiamo un modello bio-psico-sociale della patologia: una lettura del fenomeno che prende in considerazione il bio (ad esempio genetica) psico (ad esempio un trauma come una violenza sessuale) sociale (ad esempio lettura sociale di quel determinato trauma, come il senso di colpa associato alla violenza sessuale subita).

Questa lettura complessa permette di cogliere appieno i vari fattori del disagio, ne testimonia l’unicità di ogni fenomeno, indica chiaramente cole la cura debba essere necessariamente pensata nei termini di equipe specialistica. Tuttavia, nel disagio psichico, questa lettura non esaurisce completamente la comprensione del fenomeno disagio psichico.

Per comprendere a fondo e curare al meglio un disagio psichico, non bisogna mai dimenticarne la sua natura adattiva.

Infatti, per quanto paradossale, il disagio psichico è sempre una soluzione adattiva per l’individuo che ne soffre, la migliore soluzione che una persona è riuscita a dare a delle proprie difficoltà di vita.

Alle volte il disagio si è sviluppato come tentativo automedicale di un disagio più profondo: ad esempio l’alcolismo per coprire una depressione potenzialmente devastante. Oppure “normalizzare” la violenza interpersonale che si subisce nelle relazioni per “salvare” il ricordo delle prime relazioni affettive traumatiche con genitori violenti, necessarie al mantenimento della propria sicurezza e auto-stima.

In ogni caso si può giungere alla comprensione di fenomeni adattivi personali dietro ogni disagio psichico.

I disagi psichici hanno sempre la caratteristica di essere dei tentativi (più o meno riusciti) di cura di problematiche più profonde e gravi (almeno così percepite dal soggetto).

Questo aspetto adattivo è fondamentale per due motivi principali (e molti altri ancora secondari):

1) È evidente che, se questo modello è vero, ogni fenomeno di disagio è unico ed individuale e, nello stesso tempo, ogni tentativo di cura deve essere personalizzato a partire dall’individualità unica e irripetibile del soggetto

2) Si può comprendere solo all’interno della conoscenza e della cura della persona in toto, nella sua storia e nella sua sensibilità, quindi senza poter prendere scorciatoie di cura che riguardino esclusivamente il sintomo o la malattia.

3) Non si può pensare di eliminare immediatamente il sintomo senza considerare il fatto che questo creerà nella persona uno squilibrio psicologico importante: la persona si troverà in alto mare, in balia delle sue problematiche più profonde, sprovvista del suo “salvagente patologico” e senza la capacità di nuotare, con il rischio reale di soccombere (ad esempio ad una frammentazione psichica); il soggetto facilmente sceglierà di tornare al proprio salvagente e smettere di curarsi.

Questo concetto, semplice ma che ben fa capire il fallimento di tanti tentativi di cura.

La consapevolezza che il disagio psichico, nelle sue forme intime o comportamentali, debba essere sempre visto come il tentativo che la persona ha messo in atto nella sua vita per trovare un equilibrio rispetto a problematiche (..percepite come..) più gravi, è fondamentale non solo per lo psicologo o lo psichiatra, ma per tutti quei professionisti che si cimentano nell’arte della cura, compresi i nutrizionisti.

Anche il nutrizionista deve avere ben chiaro che i suoi clienti gli presenteranno problematiche che, sino a quel momento della loro vita, in realtà sono state soluzioni a problemi percepiti come più difficili da affrontare.

Per cui è fondamentale che anche il nutrizionista, nel suo lavoro, si orienti alla cura della persona e non del sintomo, che comprenda i tempi dei suoi clienti, che ne rispetti le difficoltà, che lo aiuti gradualmente a trovare soluzioni più efficaci nella sua vita.

Può sembrare paradossale, ma per una persona obesa perdere peso può essere in realtà un problema: può portare a farlo ricontattare le sue fragilità, a rimettersi in gioco dal punto di vista affettivo e estetico, ecc…ecc..

Allo stesso modo levare alcool o junk food ad una persona può essere difficile se per lei queste abitudini compensavano carenze affettive.

Questo lavoro è possibile solo conoscendo la persona che si ha di fronte approfonditamente , “perdendo tempo” nell’anamnesi, “perdendo tempo” ad empatizzare e scoprire la realtà unica a cui si trovano di fronte.

Il processo di cura alla fine è proprio questo, “perdere tempo” per conoscere a fondo la persona nei suoi vissuti e significati, non focalizzarsi sul sintomo ma “perdere tempo” per scoprire chi abbiamo di fronte e capire come collaborare per trovare la (sua) migliore soluzione, altrimenti si rischia di realizzare la famosa battuta: “…l’operazione è andata perfettamente, il paziente è morto..”

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Voglio presentare in questo articolo il caso di Francesca, così che chiameremo la nostra paziente affetta da PCOS (acronimo di Poly-Cystic Ovary Syndrome):

si tratta di un disordine del sistema endocrino e metabolico che colpisce il 15-18% delle donne in età riproduttiva.

Definita anche con il nome di policitosi ovarica. La sola presenza di cisti ovariche non implica necessariamente la PCOS:bisogna menzionare i casi in cui le cisti e l'irregolarità mestruale hanno differente eziologia, come nel caso di amenorrea funzionale ipotalamica (AFI).

E’ fondamentale che la diagnosi di PCOS venga fatta da un ginecologo endocrinologo in base ai criteri di Rotterdam, ovvero quando si verificano due delle seguenti condizioni:

- Alterazione del ciclo mestruale caratterizzata da flussi irregolari, infrequenti o abbondanti, amenorrea oligo e anovoluzione.

- Irsutismo, presenza di acne o caduta di capelli per iperandrogenismo.

- Ovaie policistiche evidenziate da indagine ecografica. 

- Insulino resistenza.

I fattori che rivestono un ruolo determinante nella comparsa della sindrome comprendono:

- Uno squilibrio ormonale, che coinvolge le ovaie e le ghiandole che controllano la loro attività (ipofisi e ipotalamo), caratterizzato da disfunzione ovarica e una iperproduzione di ormoni androgeni responsabile della comparsa dell'acne dell’irsutismo e dell'alopecia.

- Gli androgeni che interferiscono con la maturazione dell’ovulo. Gli ovuli sono contenuti nei follicoli presenti nelle ovaie e una volta maturi vengono rilasciati mediante "lo scoppio" proprio dei follicoli, ma nelle donne con PCOS i follicoli non maturano e si raggruppano formando cisti caratteristiche di questa sindrome.

Ormai è ampiamente documentato che il problema dell’ovaio policistico è strettamente collegato al fenomeno dell'insulino-resistenza.

L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che modula i livelli di glucosio presenti nel sangue e l'assunzione corretta del glucosio nelle cellule muscolari e adipose.

A causa dell'insulino-resistenza, le cellule non riescono a rispondere in maniera idonea allo stimolo dell'insulina e il glucosio non viene assorbito in modo corretto: ciò comporta un aumento dei livelli di glucosio nel torrente ematico.  Inoltre l'insulina, in queste condizioni, favorisce la trasformazione dell'eccesso di glucosio in trigliceridi,  con un inevitabile aumento di tessuto adiposo, in particolare addominale.

L'insulina aumenta la sintesi di androgeni sia per via diretta sulla teca ovarica, attivando l'enzima Citocromo P450 c17, coinvolto nella produzione degli androgeni e sia potenziando la secrezione di androgeni indotta dell'ormone LH e indirettamente l’insulina diminuisce i livelli di SHBG (globulina legante gli ormoni sessuali) causando un aumento del testosterone libero.

Sulla base di queste premesse teoriche, importanti per comprendere le radici complesse della PCOS, risulta doveroso sottolineare come nel BMS l'approccio concreto verso il paziente, passa attraverso l'elaborazione dell'anamnesi BMS, unica ed esclusiva. Con una precisa tecnica, esclusiva delle metodica, posso indagare e comprendere i diversi aspetti metabolici e psicologici che compongono il mio paziente.

Successivamente posso inserire i dati anamnestici nel software esclusivo eDiet che permette di sintetizzare efficacemente i dati anamnestici con i dati clinici e quando necessario con i dati provenienti dal test Nutrigenetico BMS.

Torniamo a Francesca e come la sua PCOS è stata analizzata in una visione clinica e nutrizionale più ampia che ha permesso di intervenire efficacemente su più livelli.

Francesca aveva tentato più volte di gestire tale problematica con diversi approcci nutrizionali, ma per diversi motivi non aveva raccolto buoni risultati: dovevo quindi tener conto della sua comprensibile titubanza nei confronti dell'ennesimo approccio nutrizionale.

Punto fermo con Francesca è stato: BMS non è una dieta è un percorso cucito attorno a te, non solo la tua PCOS, ma Francesca nella sua interezza, metabolica, ormonale, psicologica.

 I suoi errori alimentari l’hanno portata ad un eccesso di tessuto adiposo viscerale, sostanzialmente ad un fegato leggermente steatosico, con inevitabili riflessi su fame nervosa, pessima qualità del sonno e conseguentemente stato ansiogeno importante con risvolti depressivi.

Lo ribadisco, nel BMS è fondamentale l’anamnesi che offre una visione a 360° del paziente per agire su più livelli contemporaneamente e modulare tutti quei fattori che concorrono a definire una precisa condizione psico-fisica.

eDiet, il software esclusivo BMS, mi ha permesso di elaborare tutte queste informazioni e proporre un percorso nutrizionale altamente personalizzato, su base funzionale e cronobiologica.

Per prima cosa ho regolato e normalizzato il senso della fame, grazie a combinazioni alimentari, esclusive del BMS, specifiche e funzionali.

Uno degli errori di Francesca era quello di fare una dieta dissociata, ovvero mangiare carboidrati a pranzo e proteine a cena; in realtà ogni pasto deve essere completo e bilanciato in modo da non produrre eccessive impennate glicemiche.

Anticipato la cena per favorire la detossificazione epatica notturna e migliori livelli di cortisolo al mattino, il tutto si è subito concretizzato con un notevole incremento dei livelli energetici giornalieri.

In parallelo ho agito sulla funzione intestinale, ristabilendone la regolarità: in questo i risultati del test di Nutrigenetica BMS mi hanno permesso di evidenziare una positività al lattosio, una difficoltà nel metabolismo della Vitamina D, specifiche mutazioni nel metabolismo dell’acido folico, un altro stress ossidativo e una forte produzione di citochine infiammatorie.

Su questi presupposti è stato facile estrapolare da eDiet le migliori combinazioni alimentari: le più efficaci per Francesca.

Elaborando i risultati del test Nutrigenetico BMS con i dati clinici, con le informazioni anamnestiche e dopo aver studiato la sua composizione corporea con un impedenziometro di alta gamma InBody 770 (che esegue accuratamente l'analisi della composizione corporea attraverso l'utilizzo di sei frequenze di misurazione per i 5 segmenti corporei e che consente una valutazione tissutale precisa insieme ad una meticolosa valutazione dello stato di idratazione segmentale e totale),  ho potuto elaborare in maniera estremamente accurata il  miglior percorso nutrizionale per Francesca, grazie all’uso esclusivo del software eDiet.

Naturalmente l'approccio personalizzato del BMS non può assolutamente trascurare anche gli aspetti emotivi e la giusta Nutraceutica.

Ho consigliato una adeguata terapia prebiotica, estremamente personalizzata, per ristabilire quanto prima lo stato di eubiosi.

Integrato con:

INOSITOLI: molecole dotate di un'azione antiossidante e insulino sensibilizzante nonchè con azione detossificante.

VITAMINA D: la carenza di vitamina D è correlata ad un aumento dei livelli di testosterone ed un aumento dell'insulino-resistenza.

ACIDO ALFA LIPOICO: antiossidante, detossificante e ipoglicemizzante

Omega 3: per modulare i fattori di infiammazione, in particolare Il6 e TNF

Folati: per migliorare la produzione dei globuli rossi, nonché l'ossigenazione e promuovere la riduzione dello stress-ossidativo e la riduzione dei livelli di omocisteina.

A tutto questo è stato necessario associare una regolare è costante attività fisica, almeno 150 minuti a settimana di esercizio aerobico di intensità vigorosa, in modo da favorire il raggiungimento del peso ottimale e la riduzione dei livelli di insulina basale e post prandiale.

Quando ho incontrato per la prima volta Francesca nel mio studio,

ho capito quanto la PCOS possa essere giustamente definita una ”ladra di femminilità”:

i segni e i sintomi dell'iperandrogenismo, altro che avere una forte azione negativa sulla sfera metabolica e riproduttiva interferiscono profondamente  sulla qualità della vita della donna, ma ancor peggio sulla sua identità di donna.

Vengono inevitabilmente coinvolti numerosi ambiti: la visione del sé, i livelli umorali, l'autostima, la sessualità, insomma una ladra si aggira nel suo corpo, una ladra invisibile che nel BMS affrontiamo necessariamente su più livelli.     

   

Francesca era insoddisfatta, annichilita, profondamente demotivata, pian piano l'ho vista risorgere, nel tempo, abbiamo affinato il suo percorso BMS, lo abbiamo cucito sempre meglio attorno alla nuova Francesca.

Gradualmente ha riferito di sentirsi sempre più energica, dormire meglio, con un umore migliore, solare. Francesca ha ripreso gradualmente possesso di sé, della sua femminilità, del suo corpo, della su vita.

Sono  davvero felice di averla accompagnata in un percorso che l'ha aiutata a ritrovarsi.

Tutto questo è il BMS

Dott.ssa Grazia Fini

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Agli inizi del 1900, Thomas Edison scriveva:

“Il medico del futuro non si limiterà a prescrivere farmaci ma indurrà ad interessarti maggiormente alla causa e alla prevenzione delle malattie attraverso l’alimentazione.”

Sebbene risalente a circa un secolo fa, vedremo come questa citazione sia assolutamente attuale e in piena connessione con i giorni nostri.

Secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, un individuo è in salute quando raggiunge “uno stato di totale benessere fisico, psicologico e sociale”. Questo significa che al mantenimento di un buono stato di salute contribuiscono numerose variabili, di natura diversa ma fortemente interconnesse tra di loro.

Oggi, in effetti, sono moltissimi gli studi che confermano l’interazione tra il mondo esterno e il nostro genoma: come ci nutriamo, il nostro stato emotivo, l’alcol, il tabacco, lo sport o la sedentarietà, intervenendo a livello molecolare, influenzano il sottile equilibrio tra lo stato di salute e quello di malattia rendendo indispensabile la conoscenza sia del nostro profilo genetico sia dei fattori ambientali ai quali ogni giorno ci esponiamo, in quanto strumento essenziale di prevenzione di stati patologici e personalizzazione dell’intervento terapeutico.

Geni ed ambiente agiscono sinergicamente e con un effetto che può essere sia positivo che negativo sullo stato di salute in quanto, sebbene l’assetto genetico individuale sia fisso ed immodificabile, l’ambiente esterno può influenzare l’espressione di determinati geni intervenendo sulla predisposizione allo sviluppo di alcune patologie.

Cioè, i fattori ambientali ai quali ognuno di noi si espone, sono assolutamente modificabili e rendono possibile la gestione, dall’esterno, dei componenti di vulnerabilità genetici e degli effetti sfavorevoli che potrebbero comportare.

Relativamente alla Nutrizione umana, la consapevolezza dell’interazione gene-ambiente e, quindi, gene-nutrienti, ha permesso lo sviluppo della Nutrigenetica e della Nutrigenomica, due discipline che possiedono l’obiettivo comune di migliorare e difendere la nostra salute attraverso la rimozione della dieta “one size fits all” e la promozione di un percorso nutrizionale personalizzato, basato sul genoma individuale.

Ricercare l’impronta del paziente è fondamentale per passare da un approccio generale ad uno individuale in grado di riconoscere caratteristiche ed esigenze del singolo ed impostare un percorso di prevenzione nutrizionale personalizzato.

Conoscere il nostro DNA ci rende consapevoli delle caratteristiche che ci contraddistinguono e che potrebbero renderci più suscettibili, in condizioni ambientali non idonee, allo sviluppo di una condizione patologica e, di conseguenza, ci guida verso scelte personali intelligenti, volte alla riduzione dei fattori di rischio con i quali, quotidianamente, inconsciamente veniamo a contatto.

Cambiare le proprie abitudini a tavola permette di ridurre notevolmente la possibilità di sviluppare la malattia alla quale si è predisposti geneticamente o di mitigarne l’impatto.

È chiaro, a questo punto, quanto sia attuale ciò che affermava Edison oltre 100 anni fa?

Le indicazioni nutrizionali non sono universalmente valide.

Indagare e conoscere la propria unicità consente di sviluppare indicazioni e raccomandazioni nutrizionali individuali che, sfruttando il potere delle molecole presenti in ogni alimento, attive a livello metabolico, possano migliorare la performance e il benessere del singolo, massimizzare il suo potenziale di salute, incrementare la qualità della vita, prevenire le malattie, ritardarne l’insorgenza o ridurne la gravità.

Dott.ssa Valeria Faragalli 

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Ancora qualche informazione...

Ecco alcune delle domande riccorrenti che ti aiuterrano a capire meglio il Sistema Metabolico Bruni (BMS). Se preferisci ricevere informazioni più specifiche invece, puoi scrivere una mail cliccando qui.

F.A.Q.

Il Sistema Metabolico Bruni (BMS) è il risultato di oltre 10 anni di studi in nutrizione funzionale, nutrigenetica e cronobiologia.
L'incontro e la sintesi di questi tre importanti settori della nutrizione e della biologia, si fondono in BMS, in maniera estremamente efficace e pratica.
BMS vede la luce nel 2018 grazie alla stretta collaborazione tra il Dott. Bruni, nutrizionista ed il Dott. Renzi, esperto informatico.

BMS è rivoluzionario nel campo della nutrizione applicata, poiché è in grado di elaborare una moltitudine di parametri clinici e variabili genetiche per tradurli in un percorso di educazione nutrizionale estremamente personalizzato, altamente scientifico efficace e semplice per il paziente.
BMS è l'unico metodo che elabora i seguenti dati per tradurli in un percorso nutrizionale straordinariamente efficace e pratico:

- Parametri clinici
- Parametri genetici
- Potere terapeutico dei singoli alimenti
- Potere terapeutico delle combinazioni alimentari
- Ciclicità nell'assunzione di specifiche categorie alimentari
- Cronobiologia

BMS è in grado di elaborare sequenze nutrizionali settimanali e mensili per controllare al meglio le risposte metaboliche ed ormonali della persona. Sulla base delle informazioni cliniche inserite dall'utente e rispetto ai dati ottenuti dal test genetico-BMS, si elaborano sequenze nutrizionali estremamente personalizzate.

Le combinazioni alimentari proposte in BMS e la loro precisa collocazione temporale permettono un eccellente controllo degli ormoni e dei fattori metabolici che controllano il senso di fame, alcuni esempi, Leptina, Grelina, Insulina, Glucosio, Cortisolo, Melatonina, Serotonina.

BMS elabora il percorso di educazione nutrizionale sulla base delle reali condizioni cliniche del momento.
BMS si adegua continuamente ai cambiamenti metabolici della persona e lo guida attraverso un percorso nutrizionale estremamente dinamico, personalizzato che diventerà nel tempo un vero e proprio modello alimentare personalizzato.

BMS elabora e sintetizza una moltitudine di informazioni che l'utente andrà ad inserire nelle diverse schede conoscitive.
Alcuni esempi: tutte le patologie in atto o pregresse, tipo di lavoro svolto, se sei uno sportivo e che tipo di sport pratichi, se hai intolleranze alimentari o allergie alimentari, qual è la qualità del sonno, come è la tua funzione intestinale, se soffri di disturbi dell'andamento glicemico, in una donna qual è la condizione ormonale e tanti altri dati. Inoltre ovviamente se effettui il test genetico BMS, sarà in grado di elaborare i tuoi dati genetici con la tua condizione clinica.

Il metodo BMS è stato già adottato da migliaia di pazienti, ma solo nel 2018 fa la sua comparsa come servizio on-line. Se vuoi leggere le recensioni dei pazienti e i risultati ottenuti puoi andare nella sezione dedicata cliccando QUI.

Il test genetico BMS elaborato, dal famoso genetista Dott. K.Grimaldi, prende in considerazione i geni che controllano il metabolismo dei carboidrati, dei lipidi, numerosi geni che controllano il metabolismo dei radicali liberi e la riparazione del DNA, i più importanti geni che regolano i processi infiammatori dell'organismo, il metabolismo dell'acido folico, della Vit. D, della sensibilità al sale, della caffeina, il gene che controlla il metabolismo dell'alcool, la sensibilità al nichel, la predisposizione alla celiachia, la metabolizzazione del lattosio e i geni del comportamento alimentare. Un test genetico estremamente completo ad un costo incredibilmente contenuto.

L'analisi genetica viene effettuata in un laboratorio altamente specializzato in analisi genetiche: GENETICLAB.

Assolutamente no. Tutti i test genetici si effettuano una sola volta nella vita in quanto il suo risultato non può mai cambiare nel tempo. Questo è uno dei tanti vantaggi che comporta eseguire il Test Genetico BMS.

Assolutamente no. Puoi tranquillamente iniziare a seguire il metodo BMS con un percorso di educazione alimentare estremamente personalizzato, in seguito quando lo riterrai opportuno, magari sceglierai di effettuare il test del DNA BMS per conoscere le caratteristiche fondamentali ed uniche del tuo metabolismo.